L’ARTE DELLA CURA

Epimèleia heautoù espressione greca che significa “cura di sè”, un concetto articolato e complesso risalente in particolare alla filosofia di Socrate, fu poi ripreso e tradotto in cura sui nella cultura romana di epoca tardo-antica. Il “prendersi cura” è diverso dal “curare”. Curare fa riferimento ad una concezione di intervento clinico in cui prevale il lato biologico; il prendersi cura è attinente ad un pensiero olistico della persona, fatto di bisogni organici, psicologici, relazionali ed emozionali. I filosofi antichi del mondo greco-romano avevano messo a punto diversi tipi di meditazioni volte alla “cura di sè”.

Il filosofo Pierre Hadot ha chiamato queste meditazioni “esercizi spirituali” un’arte della vita tesa all’apprendimento e soprattutto alla trasformazione consapevole degli individui in relazione al mondo circostante. Questo concetto oggi come allora, si riferisce alla capacità introspettiva di percepire cosa accade dentro e fuori di noi, al fine d’instaurare un dialogo interno con noi stessi e con la natura. L’atto della cura ha diverse dimensioni: la cura di noi stessi nella nostra integrità olistica (corpo, mente e spirito), la cura dell’altro e dell’ambiente. Tutto questo vissuto in un’arco temporale esteso che si dilata oltre alla fatua attenzione dell’istante. Come era scritto all’ingresso del tempio di Apollo a Delfi, il punto di partenza è il “conosci te stesso”. Ascoltarsi, guardarsi, accettarsi senza compararci a ideali e definizioni sono azioni che richiedono amore e l’amore richiede coraggio e tempo.

Il “Self love” non è semplicissimo, in realtà è una condizione emotiva che ha radici lontane radicate in aspetti socio culturali e familiari che condizionano questa dimensione dell’amore. Dare valore alla nostra persona, allo spazio eal tempo che occupa nell’universo è un atto di gratitudine e di autostima nei confronti di noi stessi. Immersi nel flusso della quotidianità e dei doveri, ci allontaniamo da noi e dalle nostre esigenze profonde.

Regalarci un momento privato nel quale riconnetterci con il nostro mondo interiore, dovrebbe diventare una sorta di “rituale del benessere”. Nella dimensione olistica, l’integrità e la conoscenza dell’essere nella sua complessità sono i principi essenziali sul quale si basano i diversi percorsi intrapresi verso questo cammino.

Ispirandomi alla canzone “La Cura” di Franco Battiato, potrei riassumere questo intento nella frase “percorreremo assieme le vie che portano all’essenza”. Creare connessioni, ponti che conduco all’essenza è il mio lavoro, attraverso strumenti e conoscenze olistiche acquisite ed in continua evoluzione.

Non curo, ma mi predo cura, affinché tu possa imparare l’arte della cura di te stesso. Questo è il mio intento.