Porsi davanti ad uno specchio e guardare il proprio volto non è né scontato né facile.
Il viso è la parte del nostro corpo maggiormente esposta.
Esprime la nostra individualità, ci mette in relazione con gli altri e manifesta le nostre emozioni.
Siamo abituati a metterci in posa per fare un selfie, assumere un sorriso patinato, correggere qualsiasi distonia con filtri e trovare lo scatto che meriti un like tra mille click virtuali. Pensiamo al make-up come ad uno stratagemma che va a correggere e a modificare qualcosa che non apprezziamo di noi stessi.
Un trucco, esibito dalle abili ed esperte mani del prestigiatore che con artificio illude colui che guarda, e soprattutto, colui che giudica.

Cosa centra il mondo Olistico con il make-up?
Prima di approdare all’universo della Naturopatia, ho insegnato per diversi anni, insieme alla mia collega, make-up e body painting, in scuole di formazione private e pubbliche, truccato e dipinto durante sfilate, scouting fotografici, workshop e in diverse manifestazioni socio-culturali.
Nelle diverse esperienze didattiche ed artistiche non abbiamo mai nascosto, ma mostrato. I volti e i corpi, non sono tele inermi, ma tessuti che respirano trame di vita. Il pensiero olistico, valuta la vera bellezza come il risultato dell’armonia tra mente corpo e spirito.

Cosa fa il make-up artist olistico?

Ascolta, osserva e mostra con rispetto.

Trucco? No, magia! La magia è… riscoprire la nostra unicità.
Dentro di noi si nasconde il segreto della nostra irripetibilità, la nostra fisiognomica rappresenta il nostro essere. Apparire non significa mascherare, cancellare, ma mostrare elogiando l’insostenibile leggerezza dell’imperfezione.
Non trucchiamo, ma dipingiamo anime che scelgono di essere e di non apparire. La possibilità di questo gesto non è prerogativa esclusiva di mani esperte, il nostro compito oltre a farlo è anche insegnarlo.
Ognuno può apprendere una tecnica, ma la vera trasformazione può attuarsi solo se accettiamo di guardarci per amarci totalmente.
Un percorso olistico alla scoperta del proprio potenziale inespresso, in cui la tecnica non è che uno strumento per portare alla luce ciò che nell’ombra non si esprimeva.